La montagna esercita un fascino particolare e irresistibile su numerose persone, alcuni nascono in montagna. Una montagna è un rilievo della superficie terrestre, che si estende sopra il terreno per lunghezza e altezza, isolamento, alcune hanno rocce esposte. Non c'è una definizione precisa, né quanto deve essere alta come minimo.
Andare per monti non è privo di rischi. In una serie di dodici articoli, che ho iniziato a scrivere nell'autunno del 2021 e termina con questo che si avvale degli argomenti trattati in dettaglio negli altri undici, ci sono nozioni per praticare escursionismo in modo consapevole, che riduce il generico rischio in montagna. Essi non intendendo quindi dissuaderti da fare ciò che ami, né spaventarti, ma sono un mezzo per educare e intrattenere. Come temevo all'inizio dell'introduzione, la mia opera continua ad allargarsi, e a occupare molte ore del mio tempo libero.
Tradizionalmente i pericoli in montagna vengono suddivisi in due grandi categorie: pericoli soggettivi, i quali dipendono dalle scelte, dalle azioni e dai comportamenti dell’escursionista, e pericoli oggettivi, legati alla natura della montagna.
Pericoli soggettivi
I pericoli soggettivi vanno intesi come tutte le situazioni di pericolo legate alla persona stessa. Il desiderio o l'idea di andare da un punto A uno B secondo un determinato itinerario si scontra con le condizioni fisiche e di allenamento, l'attrezzatura, l'esperienza. La pianificazione di una escursione non è altro che una serie di domande e dubbi, come da cosa nasce cosa, alle quali rispondere con franchezza, compiendo l'azione richiesta, e umiltà. Anche un solo no potrebbe far rinunciare o decidere di pianificare un percorso più facile. Un detto dice: "Le montagne non si muovono".
Ecco alcune domande, che formulo in prima persona, e alcune possibili conseguenze di scelte sbagliate, che non hanno la pretesa di essere una lista che includa tutti i pericoli che potresti affrontare in montagna.
Mi sento bene e in forma? Sono sufficientemente allenato per la lunghezza, il dislivello, il tempo che ci vuole e la difficoltà del percorso? Se il percorso è nuovo per me, ho letto bene una descrizione e consultato una mappa topografica? Sono in buone condizioni psichiche, perché la montagna richiede lucidità e nervi saldi. Le conseguenze di una sottovalutazione sono stanchezza, affaticamento muscolare, crampi, infortuni, come distorsioni alle caviglie e problemi alle ginocchia, esaurimento fisico e impossibilità di proseguire. Parallelamente, cresce il nervosismo, con veri e propri attacchi, rabbia, ansietà e persino attacchi di panico e depressione. Lo sforzo di camminare sollecita il sistema cardiocircolatorio. Non è raro sentire escursionisti in difficoltà per problemi cardiaci o colpiti da infarto. Un parametro è l'età. Fondamentale è non sbagliare quanto e come bere e avere con sé acqua a sufficienza per non disidratarsi. Se fa caldo bisogna bere molto di più. Per l'alimentazione il rischio viene da un calo di zuccheri che diminuisce la prestazione fisico e psichica, che bisogna integrare.
Ho consultato il bollettino meteorologico e se necessario quello delle valanghe? Ho sufficiente tempo libero per praticare l'escursione? Tragedie avvengono perché impegni impediscono di aspettare quando le previsioni danno tempo favorevole oppure si parte con il bel tempo sapendo che peggiorerà. Ho detto o lasciato scritto a familiari o amici il mio itinerario e programma? Questo è fondamentale per non essere dimenticati sulla montagna in caso di mancato ritorno e circoscrivere le ricerche. Bisogna essere anche consapevoli che con le proprie scelte si mette in pericolo di infortuni o di vita chi lavora nel sistema dei soccorsi, tra cui molti volontari.
Quale tipo di scarpa è adatta al terreno, alla stagione e al meteo previsto? Ho già camminato qualche chilometro con le scarpe e non mi hanno fatto male? Non sono troppo usurate? Scarpe sportive o scarponi da montagna, o tutte due con un cambio? Le calze sono tecniche? Puoi essere preparato fisicamente finché vuoi ma un errore sulle scarpe non si perdona. Mal di piedi, piedi gonfi, infiammazioni, cute sanguinante, vesciche, schiacciamento di unghie, calli, tra le minime conseguenze. Quali pantaloni, lunghi o corti, maglia, manica lunga o corta, canottiera sì o canottiera no, devo indossare? Camminare con capi comodi e traspiranti agevola l'attività fisica e a non sudare troppo.
Quale zaino è adatto al percorso? Sarebbe infatti disagevole portarsi sulle spalle uno zaino grande e semivuoto o uno piccolo stracarico, che dovrei svuotare per prendere un oggetto.
Ho preparato bene e con calma lo zaino?
C'è uno smanicato, un capo di scorta e una giacca? Mi proteggo dalle intemperie con tre strati di indumenti, interno traspirante, intermedio isolante e esterno impermeabile o antivento? Non mi sono dimenticato il telefonino, e l'ho caricato, indispensabile per comunicare un pericolo e urgenze, che rileva la mia posizione geografica. Ho con me un documento d'identità, dei soldi, la cartina?
Proteggersi dai raggi solari è essenziale per non scottarsi la pelle e non avere problemi agli occhi, tra cui una parziale cecità temporanea. Alcuni danni si possono scoprire anche a distanza di anni con l'insorgenza di brutte malattie, come il tumore alla pelle. Non vanno assolutamente dimenticati occhiali da sole, un cappellino che copre la testa e fa ombra al viso, crema solare con alto fattore di protezione solare spalmata preventivamente per salvaguardare la pelle. Nell'eventualità che l'escursione duri più del previsto e venga colto dal buio, che mi potrebbe far sbagliare sentiero, smarrirmi, chiamare i soccorsi o trascorrere la notte all'aperto, ho con me una lampada frontale? Ho previsto l'eventualità di ghiaccio o lastre di ghiaccio sul terreno, prendendo ramponi o ramponcini per evitare brutte scivolate e su tratti esposti di precipitare nel vuoto? Il terreno prevede di essere innevato e le neve alta mi entrerà dentro gli scarponi? Ghette, per non camminare con i piedi bagnati. Ho inserito nello zaino un kit di primo soccorso,
In che modo questa escursione si inserisce nella mia esperienza personale di andare per monti? Serve per davvero? Se vado in compagnia, mi fido degli altri e ritengo che abbiano la capacità di affrontare l'escursione? Chi non ha molta esperienza deve considerare di non consumare tutte le energie per arrivare in cima, perché pericolosa e dispendiosa è la discesa. Il mal di gambe nei giorni successivi dovuto alla discesa è causato essenzialmente da microtraumi avvenuti all’interno delle fibre muscolari; scientificamente è indolenzimento muscolare ad insorgenza ritardata (DOMS, acronimo inglese), che aumenta di intensità col passare delle ore e solitamente raggiunge il suo picco a distanza di 48 ore.
Durante l'escursione, non mi faccio prendere dall'entusiasmo nel sentirmi bene e fare di più? Nella vita di tutti i giorni, ho dimostrato equilibrio e calma? Sopra i 2000 metri, come reagisce il mio corpo? I rischi sono mal di montagna acuto, edema cerebrale da alta quota ed edema polmonare da alta quota. Ho la capacità e l'esperienza di cogliere i segnali negativi, come essere in ritardo sul tempo programmato, non sentirsi bene o a proprio agio, o di avere pianificato male la mia escursione? Sono in grado di valutare l'entità di un infortunio? Sto sottovalutato un pericolo oggettivo, come la difficoltà del percorso, oppure le difficoltà sono maggiori del previsto perché si è sbagliata la via? Ho notato carenze nella segnaletica del sentiero, che mi dovrebbero mettere in allerta e avere maggiore attenzione in prossimità di incroci? C'è un peggioramento repentino e non annunciato delle condizioni meteo? Non dimenticare che l'esposizione prolungata all'aperto è un fattore di rischio.
Devo rinunciare e tornare indietro? Le montagne sanno aspettare...
Pericoli oggettivi
I pericoli oggettivi sono i pericoli che non dipendono da noi e dalle nostre scelte, ma fanno parte della natura stessa dell'ambiente in cui si agisce. Qualsiasi ambiente ha pericoli naturali per l'uomo, dal quale egli si difende con buon senso, esperienza, convivendo, cercando riparo. L'uomo ha l'abilità di modificare l'ambiente con opere e costruzioni. Il pericolo naturale per chi cammina in montagna viene dal tipo di terreno, dalla pendenza e rocce, animali, meteo. Le montagne o una grande superficie di esse non si prestano per essere abitate, si è quindi soli e con un riparo lontano. In montagna le condizioni meteorologiche sono più variabili e con valori estremi.
Tra tutti i terreni i cui su cammina in montagna le insidie maggiori vengono da rocce lisce e bagnate e quando è innevato o ghiacciato. I sentieri possono avere tratti esposti, talvolta attrezzati con strutture metalliche, cavi, catene, scale, pediglie e staffe, che ne facilitano e consentono la progressione. Un errore significa precipitare nel vuoto con conseguenze fino alla perdita della vita. Un fattore di rischio è la pendenza, al cui aumentare cresce la possibilità di scivolare. In montagna si attraversano tratti in cui si può essere colpiti dalla caduta di sassi e dal distacco di valanghe, a volte procurate dal passaggio di escursionisti che stanno più in alto. Tra i pericoli che dipendono dal comportamento di altre persone che frequentano la montagna, uno viene dai veicoli, in particolare mountain bike, in discesa, e moto da trial, che percorrono sentieri vietati persino sfrecciando ad alta velocità.
Riguardo agli animali, un pericolo viene dal morso di vipere,
Di pericolo sono le punture di insetti, come api, vespe e calabroni, che pungono per difendersi, che generano reazioni allergiche, anche gravi, lo shock anafilattico è pericoloso per la vita. Altri insetti pungono per nutrirsi succhiando sangue, cimici, pulci e zecche, dolorosa è quella di tafano.
Un fenomeno tipicamente estivo sono i temporali. Bisogna evitare di trovarsi su creste, cime o luoghi che costituiscono delle sommità, alberi isolati, in prossimità di parti metalliche per evitare di essere colpiti da fulmini. In montagna, i parametri meteorologici, radiazione solare, velocità del vento, intensità delle precipitazioni, con bufere di neve, sono più intensi, mettendo a repentaglio la salute e la vita di chi frequenta la montagna. Conseguenze sono: scottature della pelle, insolazioni, disidratazione, ipoglicemia, malattie da raffreddamento, congelamento di mani e piedi, assideramento, perdita della cognizione, svenimento, morte. Va oggettivamente tenuto che, all’aumentare dell’altitudine la percentuale di ossigeno nell’aria resta costante ma la pressione atmosferica diminuisce, rendendo l’aria più rarefatta, pertanto è disponibile meno ossigeno.
Per una sottovalutazione dei pericoli soggettivi o oggettivi accadono incidenti, alcuni neppure la prudenza e la conoscenza dei propri limiti riescono a evitare. Per le richieste di soccorso, in Italia chiama il numero telefonico 118, che attiva il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.
Rischi sul Grignone nel versante di Pasturo
I rischi in montagna sul Grignone nel versante di Pasturo non sono diversi dal generico pericolo dell'andare in montagna. In questo versante sono rocciosi Zucco dei Chignoli e Scudo Tremare, che si attraversano percorrendo Traversata Alta. Il Piastrone, l'area che si estende per quattro cento metri di dislivello circa sotto la cresta, è roccia e erba in decisa pendenza. Il resto della Grigna Settentrionale sono boschi e prati. Nella valutazione del pericolo, va considerato l'altezza della montagna, che supera i 2400 metri sul livello del mare.
Salire al Rifugio Brioschi non richiede conoscenze tecniche, la difficoltà è dovuta alla lunghezza del percorso e al dislivello, circa 1650 metri dal Colle di Balisio e 100 metri in più da Pasturo. Chi è allenato impiega almeno tre ore di salita e due di discesa, c'è acqua solo fino al Pialeral. Un rischio è sopravvalutare le proprie condizioni fisiche e di allenamento, con mal di gambe e stanchezza, tanto da non riuscire più a proseguire. Non è raro che il Soccorso Alpino riceva delle chiamate di richiesta di aiuto per questo motivo. Un altro viene dalla natura della montagna: oltre una certa quota non ci sono più alberi e si è esposti al sole, nè c'è la possibilità di rifornirsi d'acqua. La conseguenza è una perdita considerevole di liquidi, che se non compensata provoca disidratazione, e danni alla pelle, con scottature.
Poiché si va in alta quota, vanno consultate le previsioni meteorologiche. Oltre i 2000 metri sono frequenti nube basse che limitano la visibilità. In inverno le condizioni della montagna cambiano radicalmente: la via estiva non è percorribile perché soggetta a valanghe. Si ricordano due grandi valanghe di tempi recenti: la prima nella notte del 30-31 gennaio 1986 che distrusse il Rifugio Tedeschi al Pialeral, l'altra l'8 febbraio 2009 che arrivò fino alla Traversata Bassa a mille metri di quota! La via invernale al Rifugio Brioschi è di livello alpinistico perché dalla località Comolli la salita è ripida, in mezzo alla neve; per il tratto di cresta verso il rifugio, circa mezz'ora di cammino, servono ramponi e piccozza; presso il rifugio, dove ci sono strapiombi, è pericoloso sostare perché si forma vetrato, uno strato di ghiaccio trasparente che ha fatto vittime. Nel caso di alto rischio di valanghe, il Comune di Pasturo emette un'ordinanza in cui vieta le escursioni oltre una certa quota.
L'altro itinerario in alta quota del Grignone nel versante di Pasturo è la panoramica Traversata Alta delle Grigne, un sentiero che unisce Grignone e Grignetta. Questo percorso si svolge in un ambiente naturalistico incontaminato e di interesse geologico, con passaggi in cresta e numerosi tratti attrezzati, una via classificata come itinerario per Escursionisti Esperti con Attrezzatura (EEA), riservata a chi pratica assiduamente la montagna e non soffre di vertigini.
Senza pericoli oggettivi sono la Traversata Bassa e i sentieri fino alla quota del Pialeral, bisogna stare solo attenti alla segnaletica dei sentieri ed essere in grado di camminare le ore previste. Lungo la strada Pasturo - Alpe Cova si sono registrati incidenti di auto e moto mortali.
Note
- "Montagna". Wikipedia: L'enciclopedia libera. Wikimedia Foundation, Inc. Consultato il 22 giugno 2022.
- "Gradiente termico". Centro Meteo Ligure. Consultato il 22 giugno 2022.
- Dianin, Andrea. "Quali sono i pericoli della montagna". Qui montagna. Consultato il 22 giugno 2022.
- Cortese, Edoardo. "13 pericoli della montagna [conoscerli ed evitarli]". Sentieri montagna. Consultato il 22 giugno 2022.
- Alberto. "Checklist Kit di primo soccorso Trekking". Attrezzatura Trekking. Consultato il 22 giugno 2022.
- Baldaccini, Alex (21 giugno 2017). "La corsa in discesa e l’insorgenza del mal di gambe". Montagna Express. Consultato il 22 giugno 2022.
- Garbin, Tiziano (19 ottobre 2018). "Morso di vipera, cosa fare e cosa non fare". Nurse 24. Consultato il 22 giugno 2022.
- Bertelli, Giulia (24 marzo 2020). "Punture degli insetti: cause e sintomi". my Personal Trainer. Consultato il 22 giugno 2022.
- Luks, Andrew M. (gennaio 2021). "Malattia da altitudine". Manuale MSD. Consultato il 22 giugno 2022.
- "Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico". cnsas.it. Consultato il 22 giugno 2022.
- (30 gennaio 2014). "Rischio valanghe: Pasturo vieta le escursioni sul Grignone". Resegone Online. Consultato il 22 giugno 2022.
- (13 giugno 2020). "Grigna Settentrionale (Traversata Alta e Bassa) - 2410 m". Vie normali. Consultato il 22 giugno 2022.
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